[der Zweifel] Weinstein & Co. – La (ex) premiata ditta

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Ottobre 2017. L’anno zero del cinema mondiale. The New York Times e The New Yorker pubblicano le testimonianze di numerose donne. Il loro racconto scoperchia un vaso fatto di molestie, stupri e ricatti. Il primo ad esserne colpito è Harvey Weinstein. Il primo di una lunga serie di uomini che hanno sfruttato la loro posizione per il proprio piacere fisico. La lista da lì in avanti si allunga, estendendosi ovunque. Anche in Italia.

Proprio dalla cima la più grande presa di coscienza collettiva si dipana: dal produttore re di Hollywood ai registi; dagli attori da Oscar agli showman televisivi. Il momento è favorevole e la paura di denunciare viene meno. C’è il rischio concreto di processi popolari con gogna ed esecuzione pubblica. Ma spesso gli accusati si sono subiti dichiarati colpevoli -magari mitigando le accuse più gravi- o si sono inerpicati in scuse improbabili che valgono ben più di una diretta ammissione di colpevolezza.

Posso essermi comportato male con alcune colleghe e me ne dispiaccio. Devo affrontare i miei problemi.”

Le dichiarazioni di Weinstein sono abbastanza esplicite, seppur fumose. Se c’era una possibilità di salvare la faccia, se l’è giocata così. Da lì, il baratro per Weinstein. L’uscita dall’ombra, alla spicciolata, come se ancora si fosse dubbiosi sulla possibilità di essere credute, di molte vittime. Vittime che parlano e che spingono altre vittime a parlare. Il tabù sparisce. La paura che altre persone possano patire quanto già sofferto, spinge molti a farsi avanti. Qualche accusato impugna l’attacco e porterà in tribunale gli accusatori. Ma i nomi principali del cinema invece sono come Weinstein: mezze confessioni, che tendono ad attenuare il fatto.

Il fatto che avesse assunto ex-agenti del Mossad per controllare e mettere a tecare le sue vittime credo sia abbastanza eloquente su che persona fosse. Ma io non sono un giudice californiano.

Il caso Spacey ha rasentato il ridicolo. Kevin Spacey, che in American Beauty rinuncia a realizzare il suo desiderio verso l’amica della figlia non ancora maggiorenne quando lei si rende disponibile, è stato accusato di aver molestato un ragazzino di 14 anni quando ne aveva 27. Ci ha provato a salvarsi in corner. Non c’è riuscito.

Non mi ricorso i fatti. Forse ero ubriaco. Chiedo scusa. SONO GAY COMUNQUE!”

Fortunatamente questa tattica non ha funzionato. Così Spacey è stato fatto fuori da ogni progetto in cui era coinvolto. House of Cards, il nuovo film di Ridley Scott, per il quale aveva già girato tutte le scene in cui sarebbe dovuto essere presente, All the Money in the World e la biopic su Gore Vidal, prodotta da Netflix, è stato cancellato da tutto. Anche lui poi vira per un periodo di “valutazione e trattamenti” per riflettere sul proprio comportamento.

Un santo.

Sia chiaro: l’attore non si discute, è formidabile, ma la persona…

Poi, tutto a un tratto esce la notizia che anche Louis C. K. avrebbe tenuto dei comportamenti inappropriati con alcune sue colleghe. Si sarebbe masturbato davanti a loro nei camerini. Anzi, lo ha fatto. Lo ha confermato lui stesso. Ma dico io, se anche qualche collega ti fa salire l’ormone a mille sfogarsi nel camerino da solo o nei bagni come un qualsiasi adolescente no?! Va bene essere l’icona del politicamente scorretto, ma questo è solo disgustoso. E non parlo di masturbarsi. Ma di farlo davanti a delle persone che farebbero volentieri a meno di vedere qualcuno lisciare il fucile e del rischio di dover poi passare per la doccia per togliersi l’appiccicaticcio di dosso.

Per finire veniamo in Italia. Anche qui, piano piano stanno venendo fuori i primi nomi. Dubito che nel paese, il cui Parlamento ha votato per fare di Ruby la nipote di Mubarak, e che fino al 1996 considerava lo stupro come un reato contro la morale -la vittima pure complice, perché no? non si verifichino fatti come questi. Sono quasi convinto che invece, nonostante tutto il casino mediatico di questo periodo, si faccia ancora fatica a far uscire le vittime dalla paura di denunciare.

Un primo nome però è venuto fuori. È quello di Fausto Brizzi, regista di Notte prima degli esami, Ex, Maschi contro Femmine e Poveri ma ricchi, il cui sequel uscirà questo Natale. Brizzi è accusato di aver molestato varie attrici e di essere malato di sesso. Lui respinge le accuse. L’amico di cinepanettoni Neri Parenti gli fa da spalla e lo supporta. “Non credo abbia fatto queste cose” dichiara a Le Iene.

Io lo spero. Ma più di tutto spero che quanto sta accadendo possa risvegliare ognuno di noi. A prescindere dal sesso e dall’orientamento sessuale.

Se avete un desiderio forte, lasciate perdere gli esempi precedenti. Andate al bagno o nella vostra confortevole dimora e lavorate d’immaginazione. Ai meno creativi ricordo che oramai il 4G è sdoganato da parecchie parti.