La fine è parte del viaggio. Sei parole potentissime, che ormai riecheggiano in maniera potentissima in tutto il Marvel Cinematic Universe. Ed effettivamente è proprio vero, perché più passano i mesi, più passano gli anni e più il pubblico deve abituarsi a salutare, in maniera più o meno definitiva, i personaggi che hanno accompagnato le origini e gli sviluppi più iconici di quello che ormai è un vero e proprio universo narrativo riconosciuto in tutto il mondo e che per certi versi resterà nella storia del cinema, con buona pace di chi non ama i blockbuster o i cinefumetti. Questa volta tocca ai Guardiani della Galassia sottostare alle parole di Tony Stark. La fine è parte del viaggio. Un viaggio cosmico, in questo caso. Un viaggio che ha portato un gruppo inizialmente additato come gli Avengers dello spazio e che conclude la sua trilogia come un gruppo totalmente distaccato dai Vendicatori e sicuramente molto più iconico di Steve Rogers e compagni, almeno per quel che riguarda il cinema.

Guardiani della Galassia Vol. 3 arriva al cinema con un bagagliaio colmo di aspettative. Perché appunto, i personaggi hanno avuto un boom di affetto nel pubblico, quello di nicchia e quello più generalista. Perché i personaggi hanno saputo fare breccia nei cuori e quindi tutti vogliono sapere come procedono – e vanno a finire – le loro storie. Perché in cabina di regia c’è quel signore lì che è ufficialmente al suo ultimo atto in casa Marvel Studios, James Gunn. Perché se è vero che i saluti al cinema – a livello narrativo – non sono mai ufficiali e definitivi, visto che se si vuole un modo per far tornare dei personaggi lo si trova sempre, il regista difficilmente nei prossimi anni potrà tornare a dirigere un film del Marvel Cinematic Universe, visto il suo passaggio da pezzo grosso alla Distinta Concorrenza e il suo imminente impegno con Superman: Legacy. Per questo motivo, Guardiani della Galassia Vol. 3 è una grandissima e meravigliosa lettera d’amore.

Guardiani della Galassia Vol. 3

Nel film Marvel Studios Guardiani della Galassia: Volume 3, l’amato gruppo di improbabili Super Eroi si sta ambientando a Knowhere. Ma non passa molto tempo prima che le loro vite vengano stravolte dal turbolento passato di Rocket. Peter Quill, ancora provato dalla perdita di Gamora, deve riunire la sua squadra intorno a sé in una pericolosa missione per salvare la vita di Rocket, una missione che, se non sarà portata a termine con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani così come li conosciamo.

Rocket Raccoon. Volendo continuare il parallelismo, quante volte si è parlato di Tony Stark come il cuore pulsante di tutto l’universo narrativo targato Marvel? Veramente tante, giustamente. Il Rocket di Bradley Cooper sicuramente allora è il soffio vitale di questa parte più cosmica del Marvel Cinematic Universe. Tanto per il pubblico quanto per i personaggi, visto che – come si poteva evincere dai trailer – il personaggio è la forza motrice e la principale tematica attorno cui gira tutto questo nuovo capitolo di Guardiani della Galassia.

Volume 3, infatti, è narrativamente ineccepibile. E James Gunn riesce in quella che ormai sembra essere una cosa impossibile per i Marvel Studios ossia imperniare un film su una narrazione convincente – facendo la cosa più facile del mondo: dà a tutti i personaggi una motivazione per fare tutto quello che fanno nell’arco delle due ore e mezza del film. Ognuno dei protagonisti infatti ha un preciso obiettivo nella propria testa e se non si scenderà nei dettagli per evitare spoiler poco graditi, sicuramente si può dire che tutta l’impalcatura narrativa funziona alla grande. Una storia semplice, raccontata anche in modo virtuoso più che articolato, che riesce a portare dentro il film tutti gli spettatori, grazie soprattutto ad un inizio che spinge da subito il piede sull’acceleratore, settando una situazione che sarà poi il centro di tutta la pellicola.

E se Guardiani della Galassia Vol. 3 è ineccepibile allora dal punto di vista della trama, lo è anche da quello tecnico. E per evidenziare questa cosa si può partire dal punto debole più ricorrente negli ultimi anni di Marvel Cinematic Universe: la computer grafica. Prendendo in considerazione solo l’ultimo film uscito al cinema, ovvero Ant-Man and the Wasp: Quantumania, titolo in cui le scenografie richiedevano una grandissima dose di computer grafica, componente invece non all’altezza dell’utilizzo necessario. Nel film di Gunn, invece, la CGI è sempre ottima e fa solo da apripista al discorso della realizzazione tecnica, che è super sotto ogni punto di vista, dal momento che, tornando per un secondo alla sceneggiatura, c’è sia un buon dosaggio di momenti drammatici, comici e d’azione, con quest’ultimi che sono tutti di qualità altissima, perfettamente coreografati e coinvolgenti al punto giusto.

James Gunn ricorda a tutti, dunque, che un altro tipo di cinema di genere è possibile. E lo ricorda facendo quello che un buon regista sa far meglio: dare il suo tocco alla pellicola. Non è un mistero, gli ultimi anni di Marvel Cinematic Universe non sono stati quel razzo propulsore che è stata la parte finale della Saga dell’Infinito: forse per sperimentazione, forse per mancanza di idee o semplicemente per mancanza di personalità, le ultime pellicole dei Marvel Studios non erano le più interessanti, volendola buttar giù in questo modo. Il ritorno di un regista carismatico e caratteristico come James Gunn sicuramente riuscirà a mettere d’accordo tutti, come Taika Waititi non è mai riuscito a fare con il suo Thor e come Sam Raimi è riuscito solo in parte con Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Niente che non ci si aspettasse, dal regista di The Suicide Squad – Missione Suicida, che adesso passerà in casa DC Comics, per provare a fare le fortune del nuovo DC Universe sul grande schermo.

E chissà se i suoi personaggi, partendo da Superman, avranno lo stesso carisma che hanno i suoi Guardiani della Galassia. Volume 3 conclude nel migliore dei modi un arco narrativo durato tre film, più le varie comparsate nei film degli Avengers, in Thor: Love and Thunder e nello speciale natalizio di Disney+. Questa terza pellicola dà una chiusa – se definitiva o meno toccherà scoprirlo in sala una volta uscita la pellicola – a tutti i personaggi principali della saga, su tutti Rocket, che è il protagonista assoluto del film.

In generale, però, questo Guardiani della Galassia Vol. 3 è un piccolo capolavoro dell’equilibrio: i personaggi hanno il giusto screentime – al netto di un utilizzo abbastanza furbo ma forzato di Adam Warlock, forse l’unico neo della pellicola – e a tutti viene concesso un momento per brillare e conquistare ancor di più l’affetto del pubblico. I momenti comici sono l’intervallo perfetto per staccare dalla seriosità e dalla drammaticità che permea tutto il titolo, un vero e proprio film drammatico che però sa divertire e coinvolgere nei modi più diversi. La colonna sonora, protagonista assoluta dei precedenti capitoli, che anche in questo caso fa il suo mestiere, supportando l’idea generale del film: un’idea di rottura con il passato, in cui veniva mostrato il percorso di crescita dei Guardiani, che ora hanno trovato la loro identità e si comportano in maniera coerente rispetto al loro passato, proprio come la musica degli Anni ’90, frutto di tutto ciò che l’arte aveva avuto in gestazione nei decenni precedenti.

Guardiani della Galassia Vol. 3

Guardiani della Galassia Vol. 3 ricorda a tutto il pubblico perché, quindi, tutto il mondo si è innamorato del Marvel Cinematic Universe. E paradossalmente ci riesce perché questo film si stacca completamente da quella che è diventata una macchina che va a velocità supersonica per portare avanti una macrotrama e torna a concentrarsi sui personaggi, sulle emozioni e sul divertimento. Il non avere un filone narrativo portante a cui riferirsi sicuramente aiuta il livello qualitativo del film, che si presenta al pubblico in maniera tanto semplice quanto interessante: i personaggi di Guardiani della Galassia Vol. 3 hanno una motivazione forte per partire all’avventura e quest’ennesima avventura è la più bella e interessante che potesse esserci. Tutto funziona alla meraviglia. E anche se un personaggio come Adam Warlock farà sicuramente discutere i fan più affezionati ai personaggi sarà impossibile non farsi prendere da ciò che James Gunn sta raccontando. Per l’ultima e per la più indimenticabile avventura dei suoi Guardiani della Galassia.


Guardiani della Galassia Vol. 3 è al cinema dal 3 maggio. Di seguito il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Guardiani della Galassia Vol. 3
9
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Il mio primo film visto al cinema è stato "Dinosauri" della Disney, il mio primo libro "La fabbrica di cioccolato" e il mio primo videogioco "Tip Top - Il mistero dei libri scomparsi". Nel 2002 mi sono innamorato di Spider-Man e nel 2008 del grande schermo, grazie a "Bastardi Senza Gloria". Parlerei per ore di cinema, serie tv e fumetti. Sto aspettando la quinta stagione di "Sherlock".
guardiani-della-galassia-vol-3-di-james-gunn-lacrime-e-famiglia-nellultimo-film-dellmcu-recensioneGuardiani della Galassia Vol. 3 ricorda al pubblico perché tutto il mondo si è innamorato del Marvel Cinematic Universe. E paradossalmente ci riesce perché questo film si stacca completamente da quella che è diventata una macchina che va a velocità supersonica per portare avanti una macrotrama e torna a concentrarsi sui personaggi, sulle emozioni e sul divertimento. Il non avere un filone narrativo portante a cui riferirsi sicuramente aiuta il livello qualitativo del film, che si presenta al pubblico in maniera tanto semplice quanto interessante: i personaggi di Guardiani della Galassia Vol. 3 hanno una motivazione forte per partire all'avventura e quest'ennesima avventura è la più bella e interessante che potesse esserci. Tutto funziona alla meraviglia. E anche se un personaggio come Adam Warlock farà sicuramente discutere i fan più affezionati ai personaggi sarà impossibile non farsi prendere da ciò che James Gunn sta raccontando. Per l'ultima e per la più indimenticabile avventura dei suoi Guardiani della Galassia.

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