Il 2021 per il mondo del cinema – inteso come grande schermo – è stato un anno particolare. L’anno della speranza, dei sogni e, in maniera quasi paradossale quando si parla di desideri, della normalità. Dopo un 2020 caratterizzato da un’industria cinematografica quasi totalmente ferma, quest’anno che sta per concludersi ha visto il settore ripartire, seppur con qualche problema e macchinosità, riuscendo a portare al pubblico titoli notevoli.
Va da sé, fondamentali per riavviare l’industria da un punto di vista prettamente economico sono stati i blockbuster. Il 2021 è stato l’anno del ritorno del Marvel Cinematic Universe, che ha sfornato ben quattro titoli, ossia Black Widow, Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Eternals e il film evento Spider-Man: No Way Home. Restando nel mondo del cinema prettamente dedicato all’intrattenimento, finalmente il pubblico ha potuto posare lo sguardo su No Time To Die, pellicola che ha concluso il viaggio di Daniel Craig nei panni di James Bond, ma anche e soprattutto su Dune, adattamento dell’omonimo romanzo che ha visto in cabina di regia il maestoso Denis Villeneuve e che ha generato un hype secondo solo all’avventura multiversale di Tom Holland.
Al di là dei titoli più orientati al divertimento, c’è stato spazio anche per pellicole intime e più profonde come Titane, The Father o Promising Young Woman. Non solo, quest’anno c’è stato anche l’esordio in cabina di regia di Viggo Mortensen con Falling e l’ultima fatica di Wes Anderson, tornato in sala con The French Dispatch, una vera e propria chicca cinematografica per gli amanti delle storie episodiche e, nella fattispecie, dei racconti ambientati nel mondo del giornalismo, che è veramente il cuore pulsante del lavoro firmato dal regista di The Grand Budapest Hotel. E se si parla di grandi registi che, di fatto, vendono solo con il loro nome il biglietto d’ingresso al cinema, è chiaramente impossibile non fare quello di Edgar Wright, protagonista dell’anno con il suo Ultima Notte a Soho, ma anche quello di M. Night Shyamalan, al cinema con Old. Stesso discorso, ovviamente, si può fare per il nostrano Paolo Sorrentino, che ha confezionato È stata la Mano di Dio, film sostanzialmente autobiografico che ha lasciato letteralmente tutto il pubblico a bocca aperta e sembra essere uno dei principali candidati in Italia e all’estero – specialmente oltreoceano – per fare incetta di premi non appena inizierà la stagione degli award.
Anno molto prolifico anche per il cinema d’animazione. Su tutti, va citato Evangelion: 3.0+1.0 Thrice Upon a Time, che ha concluso il discorso Neon Genesis Evangelion per la nuova generazione di pubblico ed ha dato una chiusura definitiva anche a tutta la fetta di spettatori che aveva già vissuto – questo il termine più appropriato quando si parla di NGE – l’anime e i lungometraggi originali ma che sognava qualcosa che potesse dire di più soprattutto con le nuove tecnologie: il Rebuild è una re-interpretazione, chiaro, ma si è di fronte all’ennesimo capolavoro di Hideaki Anno. Spostandosi poi negli Stati Uniti si può fare tappa in Italia per Luca, che ha portato un pezzettino della penisola italiana in tutto il mondo, per poi arrivare negli studi di Sony Pictures Animation che, dopo il successo di Into the Spider-Verse, hanno rilasciato su Netflix l’acclamato I Mitchell contro le Macchine, film per le famiglie dotato della solita freschezza che ormai distingue lo studio d’animazione.
Sono solo alcuni tra i titoli che hanno entusiasmato questo 2021 cinematografico e ora, senza indugiare ancora, si può iniziare con la lista dei migliori film dell’anno secondo la redazione di RedCapes.it, con i soliti slot speciali dedicati alla classica menzione d’onore, il titolo dell’anno per la redazione e quello votato dalla community. Pronti, partenza, via!