Intervista a Giulio Macaione “Volevo raccontare l’attesa” | Speciale Lucca 2018

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Macaione

Durante i giorni di Lucca Comics & Games 2018 abbiamo avuto l’occasione di incontrare Giulio Macaione, autore siciliano di Basilicò e Stella di Mare (quì la nostra recensione) per Bao Pubblishing.


Buongiorno Giulio! Oggi volevamo parlare del suo nuovo libro Stella di Mare, che è uscito per Bao. Il fumetto è ambientato a Cefalù, in provincia di Palermo, è una città dove hai detto più volte di aver passato moltissime estati della tua vita. Ci sono elementi autobiografici di cui ci vuoi parlare all’interno della storia?

“Al di là delle ambientazioni, devo dire di no. La trama in questo caso è una storia fittizia, totalmente inventata, in cui ho inserito qualche elemento personale… come il gatto nero, uguale al mio! Poi c’è Matilde, una donna impazzita che che aspetta il marito alla finestra, il personaggio è ispirato a una signora che viveva nel paese dei miei genitori, San Mauro Castelverde, un paese sul pizzo di una montagna, sulle Madonie. Si diceva che questa signora avesse perso le chiavi di casa e si fosse chiusa fuori, per cui passava le giornate alla finestra e io ero terrorizzato da lei quando ero bambino. Tolto questo e qualche altro aneddoto, direi che non ci sono elementi autobiografici all’interno del libro.”

Nel fumetto è presente una colonna sonora accuratamente scelta per accompagnare certe scene, in altre la maggior parte delle tavole è composta in vignette in formato 16:09, il tutto ricorda molto un film. L’analogia tra questo fumetto è un film è voluta? Si è ispirato a qualche film in particolare?

“Non mi sono ispirato a qualche film in particolare, ma l’analogia col cinema è assolutamente voluta. Trovo che fumetto e cinema nascano praticamente allo stesso modo, c’è un’origine comune nello storyboard. Al fumetto manca il suono, per questo volevo indicare una possibile colonna sonora. La musica è la musa ispiratrice di questo libro, tutto è partito dalla canzone di Dimartino “Una storia del mare”. Anche il titolo “Stella di mare” è una canzone di Lucio Dalla, volevo fosse la musica il fil rouge del racconto.”

Nel tuo fumetto i tre protagonisti stanno tutti aspettando qualcosa o qualcuno. Ognuno di loro aspetta qualcosa di diverso e persino il loro modo di vivere diventa l’attesa di questo qualcosa che possa svegliare delle emozioni. Cos’è l’attesa per te e perché hai deciso di raccontare l’attesa tramite il medium del fumetto?

“Bella domanda! Il lavoro stesso del fumettista comporta molte attese. Si vuole realizzare un fumetto per dare vita a una storia, ma questa verrà raccontata veramente solo quando il fumetto sarà stampato, sarà lì in libreria e qualcuno lo leggerà. Per cui tutta la lavorazione di un fumetto è di per sé l’attesa di raccontare qualcosa. Mi piaceva parlare di attesa perché, vuoi o non vuoi, è qualcosa di molto presente nella vita di tutti. I tre personaggi nello specifico, Stefano, Matilde e Vico, vivono l’attesa in maniera diversa: per ognuno di loro c’è qualcosa in sospeso, qualcosa che devono ancora metabolizzare e affrontare. Perché il fumetto poi? Semplicemente il fumetto è il mio mezzo e qualsiasi cosa io voglia esprimere, la racconto col fumetto.”

Il libro è interamente colorato da te con una bicromia di Blu e Giallo. Da dove viene questa scelta e cosa rappresenta all’interno del fumetto?

“Ho scelto questa bicromia perché volevo rappresentare la luce del tramonto sul mare. Se si guarda la sabbia al tramonto, le ombre diventano molto fredde e le parti in luce diventano molto calde. Questo giallo caldo e questo blu freddo mi sembravano i colori più adatti per rappresentare l’atmosfera dell’estate siciliana, da maggio a settembre.”

Il tuo tratto, la colorazione e la narrazione stessa, oltre al finale, sono molto più ad effetto. In tutto “Stella di mare” c’è una maturazione rispetto alle tue precedenti opere, ti senti arrivato alla maturazione artistica? O vorresti anche provare qualcosa di diverso?

“Non vorrei parlare di maturazione. Non mi sento ancora un autore arrivato, mi piace pensare di evolvermi ogni volta che mi approccio a una storia. Negli ultimi tempi, ogni volta che inizio una storia mi piace darmi delle scommesse, dei limiti e delle regole. Diciamo che ogni storia è una sfida e porta a degli sviluppi di tecniche narrative e artistiche sempre diverse.”

All’interno del fumetto abbiamo notato quanta importanza sia stata data alle inquadrature sugli occhi dei personaggi. C’è un motivo particolare per questa scelta?

“Ho sempre utilizzato gli occhi dei personaggi per rappresentare le loro emozioni. Credo sia un risultato del mio background: sono cresciuto leggendo manga e guardando anime, per cui vengo da un disegno che enfatizza molto l’espressione, sopratutto tramite gli occhi.”

Grazie per il tempo concessoci Giulio e Complimenti!

“Grazie a voi!”


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