Rocketeer – Le Origini di Dave Stevens | Recensione

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Rocketeer

Va reso grande merito a Saldapress di aver recentemente (ri)portato nel nostro paese fumetti tratti dal mondo del cinema: il sottoscritto, ad esempio, a conosciuto ed imparato ad amare Alien grazie alle varie pubblicazioni, a cui seguiranno anche quelli di altri franchise, come Robocop e Terminator. Ma cosa c’entra tutto questo con Rocketeer?

RocketeerProtagonista di queste vicende è Cilff Secord, giovane con la passione per il volo acrobatico che si guadagna da vivere esibendosi appunto in spettacoli aerei. Quasi per caso, Cliff mette la mani su un misterioso dispositivo, un jetpack che gli permette di librarsi in volo; ai suoi occhi, questa è l’occasione perfetta non solo per fare soldi, ma anche per mettersi ancora di più in mostra agli occhi di Betty, la sua attraente “fidanzata”, più preoccupata della sua carriera da modella che delle attenzioni del giovane. Quella che si presenta come un’occasione di rivalsa per Cliff si trasformerà in una serie di (dis)avventure nel momento in cui si ritroverà coinvolto in una corsa fra il governo americano e un’organizzazione nazista, il cui obbiettivo è proprio il jetpack.

Il legame fra questo titolo e il mondo del cinema si conferma nella figura stessa del padre di questo personaggio, Dave Stevens. Iniziando la sua carriera come disegnatore dei fumetti di Tarzan, Stevens finì prima per lavorare attivamente con Hannah e Barbera, e poi realizzando gli storyboard di Indiana Jones: I Predatori dell’Arca Perduta di Steven Spielberg, e collaborando più volte con l’icona della musica pop Michael Jackson (gli storyboard del video musicale di Thriller sono sempre di Stevens). In più, nel 1991 uscì anche una pellicola proprio basata sulle avventure di Cliff Secord, il protagonista dei fumetti di Stevens (l’iconico jetpack venne indossato da Billy Campbell, cugino del ben più famoso Bruce).

Sin da una prima occhiata, il personaggio di Rocketeer mi ha sempre suscitato un sapore decisamente steampunk. Approcciandomi invece alla lettura di queste sue primissime avventure, questo sapore è stato letteralmente cancellato da quello dei fumetti pulp o d’avventura, come Phantom o lo Spirit di Will Eisner. L’eroe di Stevens si libra sull’America del post Primo Conflitto Mondiale, coinvolgendo personaggi tutti figli di questo periodo storico, dagli agenti del governo, alle spie naziste, dai ricchi magnati americani, dalle avvenenti modelle delle pin up. Cosa curiosa è stato per me notare come, nelle sue origini come eroe volante, Cliff Secord ricordi un Peter Parker appena morso dal ragno radioattivo che lo trasformerà in uno dei supereroi più iconici della storia: infatti, come Peter (che inizialmente utilizzò i propri poteri diventando un lottatore per aiutare i propri vecchi zii), Cliff vede immediatamente in questa occasione una possibilità di arricchirsi e farsi bello agli occhi della sua Betty, pensando in primis al proprio tornaconto e solo dopo alle responsabilità e ai pericoli che tutto ciò comporterà per lui e per i propri cari.

Rocketeer

Il primo capitolo di questa nuova collana vede ristampate le origini del Rocketeer di Dave Stevens in una veste rinnovata, con le tavole ricolorate e “restaurate” per l’occasione. Questo lavoro non fa altro che esaltare ancora di più le doti artistiche di un autore scomparso troppo presto, che diede molto al fumetto americano. Questa nuova edizione esalta in particolar modo la grande fisicità che Stevens dava ai suoi personaggi, in modo particolare a quelli femminili.

Anche questa ristampa insomma è stata, per il sottoscritto, occasione per scoprire un classico del fumetto americano in una nuova edizione, curata e ricca di contenuti extra come Saldapress ci ha già abituati con tanti altri titoli che meritano di essere (ri)scoperti.

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