Quando nel 2018 è arrivato al cinema Spider-Man: Into the Spider-Verse (tradotto in italiano con il più generico Spider-Man: Un nuovo Universo), il mondo intero è rimasto a bocca aperta. A bocca aperta per il lavoro incredibile dal punto di vista della tecnica e dello stile di animazione scelti da Sony Pictures Animation. Per una colonna sonora che durante il film sembrava quasi prendere vita per accompagnare i personaggi in giro per New York. A bocca aperta per una storia che forse era quasi un pretesto per interagire tra di loro i protagonisti, strambi e buffi ma incredibilmente funzionanti. A bocca aperta – soprattutto – perché il mondo intero aveva finalmente conosciuto Miles Morales, scoprendo un personaggio che aveva e ha tantissimo da raccontare. E che è in qualche modo molto più vicino ai ragazzi di questa generazione rispetto a Peter Parker. Il successo di Into the Spider-Verse è stato totale e planetario, al punto da portarsi a casa anche il Premio Oscar per il miglior film di animazione. Adesso, cinque anni dopo, Miles, Gwen e Peter tornano al cinema con Spider-Man: Across the Spider-Verse. E giusto qualche altra – si fa per dire – Spider-Persona, alzando nettamente la posta in palio.
Miles Morales è l’unico Spider-Man di Brooklyn. Dopo aver distrutto l’acceleratore di Kingpin, il supereroe continua a proteggere la città. Nella vita di tutti i giorni, invece, Miles cerca di capire quale può essere il suo posto nel mondo. Quando incontrerà la Macchia e incrocerà di nuovo Gwen, Spider-Man scoprirà che tutte le Spider-Persone del Multiverso, radunate dallo Spider-Man del 2009 Miguel O’Hara, si stanno unendo per affrontare una grande e misteriosa minaccia. Una minaccia che preso coinvolgerà anche lo stesso Miles.
Quant’è bello tornare al fianco di Miles Morales. Cinque anni sono tanti ma Spider-Man: Across the Spider-Verse è uno di quei film che ripaga assolutamente e in tutti i modi l’attesa. Sony Pictures Animation si è presa tutto il tempo necessario per mantenere altissimo il livello della propria pellicola. E non si poteva effettivamente fare in maniera diversa, visto il predecessore Into the Spider-Verse. In questo Across the Spider-Verse (che sin dall’annuncio è stato presentato come il secondo capitolo di una trilogia) la trama è così interessante e vivace da assumere i connotati di una vera e propria storia a fumetti. I comics, infatti, spesso vanno a richiamare elementi che sembravano solo dettagli o ghirigori nelle storie precedenti, salvo poi tornare utili in narrazioni future. Senza fare spoiler, la pellicola scritta da Phil Lord e Chris Miller fa la stessa cosa. Così si prolunga in qualche modo la storia delle origini di Miles, dandole nuovi connotati fino a far sì che possa dare una spinta anche a questo nuovo film. Film che parte a razzo sin dai primi minuti, coinvolgendo lo spettatore nella sua spirale dinamica.
Spirale dinamica che, ovviamente, funziona anche grazie all’incredibile stile di animazione di questo Spider-Man: Across the Spider-Verse. Inutile nasconderlo, Into the Spider-Verse ha stabilito un nuovo trend. Lo ha fatto con la ormai iconica tecnica che sostanzialmente miscela il 3D con il 2D, aggiungendo poi tutta una serie di dettagli e veri e propri tratti a matita che finiscono per far sembrare il film un vero e proprio fumetto animato. Il risultato è stato così incredibile da aver influenzato tutto il mercato. Basti pensare che DreamWorks ha realizzato qualcosa di simile, più semplice e forse anche più accessibile, con Troppo Cattivi e con Il Gatto con gli Stivali 2 e chissà cos’altro ha in mente la major, tenendo conto che sono previsti Shrek 5 e Kung Fu Panda 4. Bisogna ricordare anche che Nickelodeon arriva a fine agosto al cinema con Tartarughe Ninja: Caos Mutante. E dai trailer sembra che il pubblico si troverà davanti agli occhi un lavoro che sarà almeno altrettanto clamoroso quanto Into the Spider-Verse. Ecco perché il nuovo film di Miles Morales riesce, senza neanche troppa fatica, ad essere decisamente più maestoso del primo capitolo della saga. Al di là di quello che viene riproposto, Sony Pictures Animation mette ancora un amore così grande nella realizzazione della pellicola che è davvero incredibile e mozzafiato. Il numero di dettagli, di palette colori e di chicche che passano sul grande schermo sono così tanti da lasciare – ancora una volta – lo spettatore a bocca aperta.
Per fare solo qualche esempio, il mondo di Gwen Stacy è praticamente identico nello stile e nei colori a quello ideato sulle pagine a fumetti Marvel da Jason Latour e Robbie Rodriguez. Ci sono dei colori a metà tra il neon e l’acquerellato che sono assolutamente distintivi del personaggio. Personaggio che il film riesce a rendere in maniera stupenda: dalla spigolosa e schiva Gwen si passa all’elegante, sinuosa e rapida Spider-Woman, in maniera ancora più forte di quanto si è visto nel primo film. Ancora, personaggi come Spider-Punk o lo Scarlet-Spider di Ben Reilly – entrambi già visti nei trailer – hanno uno stile tutto loro e completamente differente da tutto l’impianto di animazione. Tuttavia la produzione riesce ugualmente ad amalgamare il tutto, pur mantenendo lo stacco visivo tra i vari personaggi. Sostanzialmente molti degli Spider-Men che si vedono sullo schermo hanno uno stile e un tratteggio tutto loro, a tener presente che ognuno dei Ragni che compare nel film viene da un suo universo, che ha le sue peculiarità visive e grafiche. Quando si vedrà la Mumbattan di Pavitr Prabhakr – lo Spider-Man indiano – tutto sarà assolutamente chiaro.
E se si vuole continuare a parlare dei personaggi, tutte le nuove aggiunte sono funzionanti. Tranne che per Gwen e Peter B. Parker, tutte – o quasi – le Spider-Persone che fanno parte del film sono nuove di zecca sul grande schermo. E se il grande pubblico, com’è giusto che sia, è in fibrillazione per Spider-Man 2099, non resterà assolutamente deluso. Miguel O’Hara nelle scene in cui è presente buca lo schermo come pochi altri personaggi. Infatti, è veramente un piacere per gli occhi vederlo in azione, tanto nel primo momento action in cui lo si vede protagonista che nei successivi. Chi ha lavorato al film ha studiato benissimo il personaggio, sulla caratterizzazione e sul comparto grafico, regalando una versione quasi ferale e cinica e matura di Spider-Man 2099. E lo stesso discorso si potrebbe fare anche per la Macchia, “cattivo di turno” del film che sarà assolutamente una bella sorpresa.
Narrativamente parlando, come si è già detto, Phil Lord e Chris Miller riescono a buttar giù una storia – che ha peraltro un “doppio” inizio assolutamente geniale – veramente interessante. Ci sono sostanzialmente due storyline principali che, come spesso accade in queste occasioni, finiscono per intrecciarsi ed esplodere insieme. La sceneggiatura, quindi, funziona in maniera ottima, anche se il primo film risultava forse più bilanciato nei momenti. Infatti, Spider-Man: Across the Spider-Verse ha una vena comica più pronunciata nel primo atto, per acquisire poi sempre più seriosità fino al finale che rimanda poi il pubblico al futuro Beyond the Spider-Verse. Ed è vero. Le ultime scene riescono a tenere chi è in sala con il fiato sospeso fino alla fine, ma è anche vero che forse nelle ultime battute la pellicola sembra quasi piacersi un po’ troppo. Questo perché, nel tentativo probabilmente di costruire un climax che porta appunto al colpo di scena finale, il film sostanzialmente allenta troppo la tensione. Questa scelta fa quasi sembrare alcune scene – scene importanti per l’arco narrativo di alcuni personaggi – un tentativo di allungare il brodo. Il risultato? Una durata di due ore e mezza che risultano forse troppe: con il senno di poi una ventina di minuti in meno sarebbero stati perfetti.
Impossibile non citare anche il montaggio del film. Frenetico, serrato e coinvolgente per tutta la pellicola. All’inizio l’introduzione alla narrazione è sublime, per reintrodurre il mondo al pubblico. In più, nel finale c’è una determinata sequenza che lascerà certamente tutti a bocca aperta. Nota finale di merito per la colonna sonora del film, che ancora una volta riesce a scandire ed esaltare tutti i momenti del film. Quelli più intimi e rilassati, quelli più frenetici e dinamici, ma anche quelli più drammatici. In particolare, quando ci sono gli Spider-Men in azione le scelte musicali sono sempre corrette ed eccellenti. Così corrette ed eccellenti che la musica sembra quasi oscillare tra i palazzi assieme ai protagonisti.
Dunque, a giugno c’è la possibilità di farsi un regalo enorme: andare a vedere al cinema Spider-Man: Across the Spider-Verse. Il nuovo capitolo della storia di Miles Morales è adrenalinico, divertente ed emozionante come un vero viaggio nel Multiverso. Questo perché l’animazione riesce a conferire a ogni elemento a schermo una sua unicità e identità forte, continuando in maniera esemplare quanto era stato iniziato nel primo capitolo della saga. Tra Spider-Persone, nemici di turno e anomalie quantistiche, Miles dovrà trovare il suo posto non solo nel mondo ma in tutto il Ragno-Verso. Ciò che ne nasce è una storia con un vero e proprio cuore pulsante che coinvolgerà il pubblico nel migliore dei modi. Al netto di una durata forse leggermente eccessiva ma che non va a inficiare quello che è il commento più semplice ma importante. Ovvero che Spider-Man: Across the Spider-Verse è un film bellissimo.
Spider-Man: Across the Spider-Verse arriva al cinema. Di seguito, il trailer ufficiale italiano del film: