Debutta venerdì 3 giugno su Prime Video con le prime tre puntate la terza stagione di The Boys, l’acclamata serie tv tratta dall’omonimo fumetto best-seller del New York Times creato da Garth Ennis e Darrick Robertson. Grazie a Amazon Prime Video abbiamo potuto vedere in anteprima i primi 6 episodi (di otto) della nuova stagione di The Boys e questo è la nostra recensione!

È passato un anno dalla sconfitta di Stormfront (Aya Cash), i Boys si sono divisi, Latte Materno (Laz Alonso) è tornato a fare una vita normale, Hughie (Jack Quaid) ora lavora per il Federal Bureau of Superhuman Affairs di Victoria Neumann, mentre Billy Butcher (Karl Urban) continua la sua guerra contro i super, supervisionato però dal suo vecchio protetto. Le cose però inizieranno a farsi complicate quando Starlight (Erin Moriarty), ormai sempre più popolare, dovrà fare i conti con l’invidia e la rabbia di Patriota (Antony Starr). Quando i Boys vengono a sapere di una misteriosa arma Anti-Super, si troveranno a scontrarsi con i Sette e ad inseguire il primo leggendario Supereroe: Soldier Boy (Jensen Ackles).

The Boys 3Sono passati due lunghi anni dall’uscita della seconda stagione della serie, anni difficili per tutti, in cui molti eventi legati alla società americana e in generale anche il mondo hanno preso un importante parte del dibattito pubblico, e infatti, per quanto possibile, sono entrate anche nel mirino degli sceneggiatori di The Boys, insieme a quello che non hanno fatto in tempo ad inserire o esplorare debitamente nella seconda stagione. Tra i primi cambiamenti che suscitano interesse nel pubblico che si approccia a questa stagione va sicuramente citato il Dipartimento per gli Affari Superumani, un elemento importante nel fumetto e che qui arriva giustamente come risultato di anni di incidenti e casini sorretti dai nostri protagonisti e con al centro potenti esseri come Patriota e Abisso. Proprio l’FBSA prende il centro grazie alla presenza molto pronunciata all’interno di questa nuova istituzione di Hughie e Victoria Neumann, personaggio originale della serie e palesemente ispirato dalla Senatrice Ocasio-Cortez, così come l’ala a cui si rifà proprio il personaggio. Questa organizzazione, che scimmiotta effettivamente il funzionamento di qualsiasi organo burocratico statunitense, riesce anche a giustificare quelli che sono i numerosi stravolgimenti interni ed esterni alla Vought e fa da parallelo alla nostra realtà e ai fatti di Capitol Hill del 2020, quindi la costruzione di una commissione di inchiesta e tutti i passaggi successivi. Tutti questi elementi, notoriamente noiosi ed anche abbastanza mal gestiti o troppo schierati quando inseriti in una serie, fanno della versione di questo dipartimento una ventata di aria fresca, che viene in soli cinquanta minuti descritto in maniera viva e vibrante, quasi da farti desiderare uno spin off.

Oltre a questa nuova ed interessante aggiunta, la terza stagione guarda anche al passato della Vought, ai Payback e a Soldier Boy, il simbolo del supereroismo americano prima di Patriota e come la vita e il tempo tendano a riproporre gli stessi errori di volta in volta. Gli stessi Payback, per quanto a parte Crimson Countess e Soldier Boy siano una piccola comparsata o poco più, commettono gli stessi errori dei Sette e aggiungono un importante elemento mai fino in fondo approfondito: il rapporto tra Black Noir e la Vought. Ma quello che più merita attenzione, e che la serie costruisce in maniera sapiente e senza tralasciare nulla, è la parodia di capitan America interpretata da Jensen Ackles, il suddetto Soldier Boy. Ackles, sin dall’annuncio del suo coinvolgimento nella serie, è stato al centro della campagna promozionale della terza stagione e, sorprendentemente, ben poco di quello che già avete visto su di lui durante la promozione è tutto quello che effettivamente fa o implicitamente viene suggerito abbia fatto nella serie. Da Supernatural ad una serie dissacrante come The Boys, l’ex belloccio di The CW fa la sua figura e risulta davvero una scelta perfetta, ed è quasi ironico che l’attore che ha sfiorato il ruolo di Captain America ne interpreti la parodia.

La terza stagione rivolta anche un po’ il rapporto tra Butcher, interpretato dal sempre magistrale Karl Urban e Hughie, interpretato da Jack Quaid. I due ex partner in crime si trovano agli opposti, uno praticamente finito a lavorare per la concorrenza e l’altro consapevolmente costretto a farlo pur di avere mezzi e informazioni per portare avanti la propria vendetta personale. A complicare quella che di per sé è già una situazione complicata, si aggiunge un nuovo composto che dona superpoteri temporaneamente e che riaccende la lotta e mette in parità le condizioni per i nostri protagonisti. L’introduzione di questo nuovo composto V cade proprio a fagiolo, mentre il Patriota sempre più rabbioso e psicotico inizia a perdere quel poco di controllo che ha. Vedere per una volta i nostri due normalissimi uomini avere il coltello dalla parte del manico provoca una sensazione strana e forse è anche quella che gli sceneggiatori ricercavano mettendo il potere dei super nelle mani di chi li doveva controllare. Antony Starr dimostra nuovamente come non sia un semplice attore, ma ormai abbia preso il ruolo di Patriota e lo abbia fatto suo, il discorso inquietante e montato magistralmente che vediamo nel trailer è solo uno dei tanti momenti di un magistrale e fuori controllo superumano, che più di prima rappresenta in questa stagione la mascolinità tossica e tutto ciò che ci sia di sbagliato nell’establishment americano. Patriota diventa, così, dopo due stagioni in cui il personaggio poteva anche essere frainteso o redento, una pericolosa e tossica presenza che inizia a corrodere tutto ciò che tocca, come proprio l’inizio del fumetto di Ennis e Robertson. Diversamente A-Train, interpretato da Jessie Usher, in questa terza stagione parte da un punto simile a quello che era l’inizio del fumetto ma prende un percorso completamente diverso, e quello che era uno stunt pubblicitario diventa una ragione di crescita e viene abilmente usato per raccontare un topico momento della storia recente americana, dal punto di vista della serie.

Lo showrunner ed i suoi collaboratori continuano anche il buon lavoro fatto con i personaggi di Frenchie (Tomer Kapon), Kimiko (Karen Fukuhara) e Latte Materno (Laz Alonso). Il rapporto tra Frenchie e Kimiko porta nuove gioie per gli spettatori che possono godere di alcuni momenti di intimità e bellezza in mezzo al gore e alla vendetta di Butcher, mentre Latte Materno riceve più spazio di quello che nel fumetto aveva, diventando sempre di più una versione comprensibile e meno arcigna del capo dei Boys. Se Tomer Kapon e Karen Fukuhara già avevano dimostrato tutta la loro bravura durante l’arco dei superterroristi della seconda stagione, Laz Alonso invece ne era rimasto fuori, ed è proprio così che la terza stagione si corregge e riporta al centro uno dei personaggi meno coinvolgenti delle prime stagioni.

L’attenzione al dettaglio viene ancora di più sottolineata dall’impegno produttivo messo in ogni minima stupidaggine, come un recast in un film all’interno dell’universo della serie oppure un continuo cercare di migliorare quanto di buono visto nelle prime due stagioni: infatti, non è un segreto che l’attenzione agli effetti speciali e digitali di questa serie sia migliorata con il passare delle puntate, così come la capacità di raccontare davvero poco con la sola macchina da presa. Come al solito la produzione ha deciso di affidare la regia ad un ristretto numero di persone, dando un’idea di maggiore coerenza anche sull’approccio alla messa in scena. Infatti, seppur il gore sia sempre molto presente in ogni puntata, la telecamera non decide di nasconderlo ma di assecondare la scena e costruire qualcosa visivamente d’intrattenimento e diverso dal solito, rendendo ogni scontro diverso e particolare. Il gore non è più un’eccessività per differenziare il prodotto, ma la sua gestione e la voglia di non nasconderlo dietro a bei giri di macchina fanno di The Boys un adattamento davvero ben fatto.

The Boys 3

The Boys dunque torna –dopo una pausa di due anni– più in forma che mai. La serie, che vede sempre Eric Kripke come showrunner, si è presa il suo tempo per fare tutto a dovere e costruire una stagione in cui ogni puntata rappresenta davvero un mediometraggio a sé stante. In questi ultimi due anni sono successe molte cose nel mondo reale, ed in parte la serie cerca di rifletterle, ovviamente nel suo esagerato e sboccato modo, ma comunque tenendo benissimo la mano ferma sulla propria posizione e non lasciando aperti fianchi a potenziali critiche. Come già Prime ci aveva abituato con le prime stagioni la qualità tecnica della serie è davvero molto alta, ma in questa terza stagione, e soprattutto con l’attenzione che la serie ha ricevuto negli ultimi anni, si vede davvero un impegno costante nel cercare di dare un impronta unica, nonostante di fatto vi siano molti elementi da parodia del supereroismo corporate e non solo. A migliorare la resa finale del prodotto interpretazioni da Emmy, con gli attori sempre più in parte e ormai dentro alla testa stessa dei loro personaggi, possiamo dire che questa terza stagione di The Boys contenga le migliori scene di Patriota, sempre più sull’orlo del baratro e verso una direzione ben precisa, tutto merito del fantastico Antony Starr. Non possiamo non citare anche Karl Urban e Jack Quaid, una coppia perfetta, che ricorda ma riporta in maniera ben distinta e forse più adatta alla serie i personaggi di Butcher e Hughie. Menzione speciale alla new entry: Jensen Ackles, che restituisce una versione oscura e corrotta di Capitan America in una maniera quasi troppo perfetta per credere che sotto sotto, forse, un soldato fuori dal tempo sarebbe stato molto più simile a Soldier Boy che al Capitano di Chris Evans. Insomma, l’attesa è stata premiata e confidiamo che questa nuova stagione vi conquisterà come le precedenti.


La terza stagione di The Boys sarà disponibile dal 3 giugno in esclusiva su Prime Video con i primi 3 episodi a seguire nuovi episodi ogni venerdì fino al finale di stagione l’8 luglio. Di seguito potete visionare il trailer ufficiale della stagione:

RASSEGNA PANORAMICA
The Boys Stagione 3
9
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Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
the-boys-stagione-3-una-vendetta-molto-gore-recensioneDopo una pausa di due anni, The Boys torna su Prime Video più in forze che mai. La serie, che vede sempre Eric Kripke come showrunner si è presa il suo tempo per fare tutto a dovere e costruire una stagione in cui ogni puntata rappresenta davvero un mediometraggio a sé stante. In questi ultimi due anni sono successe molte cose nel mondo reale, ed in parte la serie cerca di rifletterle, ovviamente nel suo esagerato e sboccato modo, ma comunque tenendo benissimo la mano ferma sulla propria posizione e non lasciando aperti fianchi a potenziali critiche. Come già Prime ci aveva abituato con le prime stagioni la qualità tecnica della serie è davvero molto alta, ma in questa terza stagione, e soprattutto con l'attenzione che la serie ha ricevuto negli ultimi anni, si vede davvero un impegno costante nel cercare di dare un impronta unica, nonostante di fatto vi siano molti elementi da parodia del supereroismo corporate e non solo. A migliorare la resa finale del prodotto interpretazioni da Emmy, con gli attori sempre più in parte e ormai dentro alla testa stessa dei loro personaggi, possiamo dire che questa terza stagione di The Boys contenga le migliori scene di Patriota, sempre più sull'orlo del baratro e verso una direzione ben precisa, tutto merito del fantastico Antony Starr. Non possiamo non citare anche Karl Urban e Jack Quaid, una coppia perfetta, che ricorda ma riporta in maniera ben distinta e forse più adatta alla serie i personaggi di Butcher e Hughie. Menzione speciale alla new entry: Jensen Ackles, che restituisce una versione oscura e corrotta di Capitan America in una maniera quasi troppo perfetta per credere che sotto sotto, forse, un soldato fuori dal tempo sarebbe stato molto più simile a Soldier Boy che al Capitano di Chris Evans. Insomma, l'attesa è stata premiata e confidiamo che questa nuova stagione vi conquisterà come le precedenti. 

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