Dopo tre anni dall’annuncio, arriva finalmente nelle fumetterie il primo volume di The Prism, attesissima opera scritta e disegnata da Matteo De Longis, edita da Bao Publishing. Si tratta del primo progetto di lunga durata di De Longis, ed è una storia che trasuda ambizione e passione da ogni singola vignetta di questo primo volume, intitolato Burn!: già dal titolo è possibile intuire quanto sia fondamentale la musica, che prenderà il controllo della narrazione e delle tematiche di questo primo volume fin dalle prime pagine. Ma andiamo con ordine.
L’inquinamento acustico sta stritolando la vita sulla terra. La più grande mega-azienda del pianeta finanzia un progetto folle per invertire il fenomeno: mandare nello spazio una super-band musicale per farle registrare l’album i cui suoni saranno capaci di far arretrare il S.O.T.W. (Smoke On The Water) e salvare il pianeta.
Da questo spunto prende il via la nostra storia che, nel primo volume di The Prism, ci presenta alcuni dei personaggi principali, tra i quali i membri della band, i manager della mega-azienda, che sembrerebbe nascondere dei secondi fini, alcuni opinionisti/influencer, un produttore in cerca di rivalsa e, soprattutto, il personaggio di Adrian Fartade, il noto divulgatore scientifico che scrive la postfazione del volume e che prende parte alle vicende di The Prism.
La musica, come dicevamo, ruba subito la scena in questo primo volume di The Prism, e non potrebbe essere altrimenti: il motore di tutta la vicenda è l’inquinamento acustico, la cui conseguenza è lo Smoke On The Water (per i pochi che provenissero da un altro pianeta, si tratta di una delle più celebri canzoni dei Deep Purple, autori anche di Burn, che da il titolo al volume), una sorta di virus che sta distruggendo l’ambiente. Le citazioni musicali si sprecano, sia visive che narrative, e tributano le più grandi leggende della storia della musica, come David Bowie, Franco Battiato, i Pink Floyd e i già citati Deep Purple. Oltre alla musica vera e propria, tutta la storia è incentrata, e non potrebbe essere altrimenti, sul suono: il disclaimer ad inizio volume ci spiega, infatti, come le onomatopee, in The Prism, siano sostituite da simboli, la cui matrice è il triangolo, e quest’ultimo è un altro dei cardini dell’opera, ricca di riferimenti al triangolo, al concetto di trio e di Triskell, il simbolo celtico che simboleggia le forze dell’Universo e che, non a caso, da il nome (Triskelix) alla tecnologia “inventata” da De Longis e Bao di cui si parla proprio nel disclaimer.
La musica, inoltre, è al centro (e non potrebbe essere altrimenti) della storia attraverso i membri della band, che occupano buona parte di questo primo volume e che, in un ottimo lavoro che equilibra ed amalgama citazioni ed ispirazioni a figure note del mondo della musica ad una graditissima originalità nella caratterizzazione di questi ultimi, ci vengono presentati con i loro pregi e difetti, punti di forza e debolezza, sia quando sono alle prese con il difficile compito di amalgamare il proprio talento a vicenda per dar vita al primo singolo del disco, sia quando devono gestire i rapporti con il prossimo. E sarà proprio il rapporto tra uno dei due membri a gettare le basi per il finale di questo primo volume. Facciamo quindi la conoscenza di Dorian Lavochkin, taciturno batterista, Alice Royce Griffon, bassista dal carattere volubile, Paul Duncan, chitarrista istrionico e perfetta rappresentazione delle contraddizioni della rock star anni ’80, Bjorn Aesisson, tastierista nord europeo che sembra avere un passato doloroso e Yu Murakami, voce del gruppo, influencer giapponese che coniuga il lato spirituale con quello più social.
Completano il cast i due responsabili del gruppo, il produttore Bob (che ricorda, almeno esteticamente, il nostro Morgan) e Lorena, personaggio centrale della vicenda, che fa da collante per la missione e che, come tutti gli altri protagonisti, ci viene presentata e, man mano che la vicenda prosegue, aggiunge alla propria caratterizzazione tutti quei dettagli, sul suo passato e sul suo rapporto con gli altri, che silenziosamente e lentamente danno spessore sempre maggiore al personaggio. E se il suono e la musica, e la buonissima ed accattivante caratterizzazione dei protagonisti possono sembrare il principale punto di forza e di interesse di The Prism, dobbiamo darvi una delusione, perché c’è un aspetto che letteralmente sovrasta tutto il resto: la resa visiva del volume!
I disegni di De Longis sono pazzeschi: non è certo la prima volta che vediamo all’opera l’artista italiano, ma in questo primo volume di The Prism il buon Matteo si è letteralmente superato, con tavole ricchissime di particolari, dettagli, suoni, inserite in un contesto che spazia dalla futuristica Milano del 2059 (dove tuttavia rimangono gli iconici tram che usiamo ancora oggi) al Giappone sospeso tra tradizione e modernità, con pagode e messaggi sui social, allo spazio, dove i nostri incontreranno Adrian Fartade. Lo stile di De Longis mescola in maniera pressoché perfetta influenze decisamente orientali con una struttura delle vignette che sembra uscire direttamente da un fumetto americano. Il tutto, accompagnato da una scelta cromatica che definire perfetta potrebbe sembrare esagerato, ma così non è, con ton particolare enfasi sulle tonalità di grigio, che sembrano uscite dal visionario design di Death Stranding, ultimo videogioco di Hideo Kojima: e Death Strandig, così come altri videogiochi, su tutti la saga di Mass Effect, sembrano essere non solo una potente influenza nella scelta cromatica di De Longis, ma anche in diversi aspetti del design, soprattutto, nel caso del gioco di Kojima, nelle primissime tavole, in cui vediamo una distesa di grigio fangoso in cui due figure in tuta di contenimento si apprestano a dirigersi verso un veicolo che sembra preso proprio dalle avventure di Sam Bridges.
Il lato spaziale, invece, sembra uscito dritto dritto dall’immaginario della celebre serie di videogiochi Bioware, sia nel design dei veicoli spaziali, evoluti poi in forme che rimandano sempre alla musica, tema portante del volume e della serie, che nei colori, con l’alternanza bianco/arancione/grigio che si addice perfettamente a qualsiasi cosa si muova nello spazio profondo.
Infine, non certo per ordine di importanza, possiamo parlare delle tematiche di The Prism, che vengono, ovviamente, trattandosi del primo di sette volumi previsti, appena accennate, ma che già ci lasciano intendere che direzione, a livello di argomenti, voglia trattare l’autore: c’è la critica ambientalista, perché l’inquinamento sonoro, e non solo quello è un tema assolutamente attuale, e la situazione in cui grava la Terra nel 2059 non è per niente fantascientifico, ma rispecchia le paure e le previsioni che l’uomo deve affrontare al giorno d’oggi. C’è poi una non troppo velata critica al sistema capitalistico, con la mega multinazionale che rappresenta in tutto e per tutto quello che siamo abituati a discutere oggi: sotto una facciata interessata, si cela infatti, con buona probabilità, un qualche interesse secondario, mosso ovviamente dal desiderio di potere e profitto. E ancora, chi vi scrive ha notato un qual certo sentimento di amore e odio verso il mondo della comunicazione social, con la ricerca della spettacolarizzazione e della costruzione a tavolino a tutti i costi, contrapposta alla spontaneità dell’arte. La scena “incriminata” vede i cinque artisti non riuscire ad accordarsi a vicenda e trovare armonia nell’esecuzione del brano, scritto dal produttore ma, come per magia, trovare il giusto equilibrio e l’ispirazione quasi per caso, perché se è vero che al giorno d’oggi la musica è spesso creata a tavolino da un pool di professionisti che conoscono perfettamente il mercato e la richiesta di quest’ultimo, nulla, ma proprio nulla, può essere paragonata alla magia della nascita spontanea di una canzone creata dalla sintesi spontanea tra talenti.
Questo primo volume di The Prism promette uno scintillante futuro per la serie di Matteo De Longis, ed ha tutte le carte in regola per essere un prodotto che non dimenticheremo facilmente: una storia di ecologia e salvezza, di realizzazione, un viaggio nello spazio e nel suono accompagnato, come il miglior pezzo rock, da un insieme di fattori che, se presi singolarmente sono superlativi, messi insieme diventano un’esperienza che appaga tutti i sensi. Non vediamo l’ora di poter leggere il prossimo volume, ben sapendo che, come i capolavori musicali che hanno ispirato l’autore, ci vorrà diverso tempo prima del prossimo disco.
Il primo volume di The Prism di Matteo De Longis è ora disponibile per Bao Publishing in tutte le fumetterie, librerie e store digitali al prezzo di 21,00€.