Menzione Speciale
Deathstroke di Christopher Priest

Edito da RW Lion

Deathstroke è stato uno di quei personaggi che più ha giovato della popolarità derivante dalla sua apparizione nella serie di Arrow e nei videogiochi di Batman: Arkham, tanto da aver ricevuto varie nuove iterazioni sin dal New 52, mai riuscendo a catturare però profondamente il pubblico e la critica come la sua ultima serie del Rebirth. Christopher Priest (Black Panther Marvel Knights) è lo scrittore a cui è stato affidato nel 2016, l’ingrato compito di riportare in auge Slade Wilson, togliendolo dalla mediocrità in cui era caduto a causa di numerosi rilanci falliti. Affiancato nell’impresa da Carlo Pagulayan e numerosi e validi artisti, Priest ha riportato Slade ad essere un mercenario su commissione, gli altri metaumani e supereroi avevano comunque modo di apparire dato che proprio lui è l’assassino più famoso e ricercato del mondo, ma la testata sin da subito non ha voluto essere una raccolta di Deathstroke fa il culo pure a Superman” e così sempre di più ha incorporato elementi della vecchia mitologia del personaggio creato da Marv Wolfman, ossia il mercenario spietato e calcolatore. Trovano di nuovo posto Billy Wintergreen, i suoi figli: Jericho e Ravager, questi ultimi personaggi quasi regolari all’interno della serie e anche vecchie dispute come quelle coi Giovani Titani. La serie non ha mai dato sentore di fermarsi o rallentare, Priest ha infuso nei 50 numeri che la compongono una passione per il personaggio che non si vedeva dalle sue prime apparizioni, anche quando perde lo Slade di Priest lo fa facendosi ricordare e quando risorge, argomento dell’ultima parte della fortunata run che si è conclusa quest’anno, lo fa come una fenice splendendo e bagnandosi del sangue. E’ un vero peccato che questa serie abbia avuto poca risonanza nella produzione Americana a fumetti, speriamo dunque di poterla far riscoprire a chi non ha avuto modo di trovare ancora un Terminator come se lo ricordava da tempo.


Scegliere il titolo dell’anno per questo 2019 non è stato semplice: a differenza degli scorsi anni, in cui sono uscite una o due storie, o serie, che mettevano tutti d’accordo, quest’anno le uscite di grande qualità, in ogni ambito, sono state di più, rendendo il tutto più difficile. Alla fine, per l’importanza dei personaggi, per l’evento, per l’autore, oltre che per la qualità del prodotto, la nostra scelta è ricaduta su questo titolo:

Fumetto dell’Anno della Redazione
House of X/Powers of X

Edito da Panini Comics

House of X e Powers of X erano due delle miniserie più attese di questo 2019, il grande rilancio degli X-Men di Jonathan Hickman (Avengers; Manhattan Projects), un’epica saga in 12 numeri divisi su due testate con due focus diversi per portare i Mutanti nel nuovo status quo che sarebbe stato poi sviluppato da “Dawn of X”. I Mutanti non vogliono più restare al loro posto, vogliono vincere, vogliono prosperare, arriva così Charles Xavier con la sua rivoluzionaria Scienza Mutante e insieme agli alleati e ai nemici di sempre come Magneto, Moira, Jean Grey, il fido Ciclope, il bestiale Wolverine e i suoi Nuovi Mutanti inizia un processo di integrazione diverso, stavolta partendo dall’idea di imporre la loro visione più che unirla a quella preesistente. Hickman in queste due miniserie, illustrate splendidamente da Pepe Larraz ed R.B. Silva porta una visione nuova al mondo degli X-Men, promettendo e riuscendo a portarli in una nuova dimensione, che promette di essere come nulla mai abbiamo visto prima d’ora. Gli X-Men diventano qualcosa di più grande del solo gruppo di supereroi, similarmente a quanto l’autore aveva fatto con i Fantastici 4 ampliati dalla Future Foundation e gli Avengers, resi globali, ora i Mutanti sono interstellari, sfruttano i loro collegamenti con Shi’Ar e altre razze aliene per impedire l’annichilimento da una minaccia fin più pericolosa degli umani, l’intelligenza artificiale.

Per approfondire, ecco la nostra analisi del primo numero: House of X #1 – The House that Xavier Built di Jonathan Hickman e Pepe Larraz | Analisi

Fumetto dell’Anno degli Utenti
Matrimonio di Batman

Edito da RW Lion

Senza alcun dubbio il matrimonio del Cavaliere Oscuro ha segnato un momento cardine della vita di Bruce Wayne nonché della run di Tom King, venendo pure scelto dai nostri utenti come miglior fumetto del 2019. L’autore dietro a Visione e Mister Miracle, dopo un inizio non particolarmente ispirato, ha costruito la sua ambiziosa storia attorno alla relazione tra il Pipistrello e la Gatta, affrontando un tema atipico per l’eroe di Gotham City ossia la felicità. Il percorso verso il matrimonio è stato lento e graduale: King assieme ad un parterre di artisti d’eccellenza, è stato capace di mettere in scena l’amore dei due amanti, in un crescendo di tensione il cui climax ha coinciso proprio con le nozze. La tanto agognata unione tra Selina e Bruce ha causato scalpore, ma soprattutto ha posto un quesito spinoso sul rapporto tra Bruce e il suo alter ego che King si è preso l’onere di trattare nella seconda parte della sua run e nella prossima serie Batman/Catwoman.

Per approfondire, ecco la nostra recensione completa: Batman #50 – Il matrimonio del pipistrello e della gatta | Recensione

Lascia un commento