Il 2022 sta per concludersi e, come ogni anno, è tempo di raccontarvi quelli che per noi sono i migliori prodotti usciti durante l’anno. Come da tradizione, indicheremo venti titoli che, per qualità e/o importanza ed effetto sul mercato, hanno segnato questi ultimi dodici mesi in ambito videoludico. Come sempre, oltre alle nostre scelte, indicheremo quello che, al termine del consueto appuntamento, è stato eletto dai nostri lettori come migliore videogioco dell’anno, oltre ad una o più menzioni d’onore per titoli che hanno in qualche modo avuto un ruolo importante nel 2022, pur non finendo in classifica.
Tra questi, sicuramente meritano una menzione lavori come Ghostwire Tokyo, action adventure in prima persona di Tango Gameworks che, dietro alla minaccia di pericolosi Yokai nella capitale giapponese, racconta una storia di elaborazione del lutto: un gioco non perfetto, ma ricco di spunti innteressanti e passato un po’ troppo in sordina a causa di titoli più imponenti sia a livello tecnico che di marketing.
Discorso simile anche per As Dusk Falls, uscito sul Gamepass di Microsoft e incentrato sulla narrativa che ci racconta le vicende intrecciate di due famiglie: un titolo decisamente interessante, che per poco non è rientrato nella nostra classifica, ma di sicuro un gioco che vale la pena provare se siete più interessati alla narrazione che non all’azione.
In generale, possiamo dire il 2022 è stato, almeno per quanto riguarda i titoli esclusivi, l’anno di due grandi esclusive in casa Sony, con Horizon Forbidden West e God of War Ragnarok, che hanno oscurato abbastanza la concorrenza di Microsoft, che ha “sofferto” la decisione di rinviare uno dei titoli più attesi su Xbox, ovvero Starfield di Bethesda. In tutto questo, Nintendo ha continuato a sfornare giochi per Switch, una console che non regge il confronto dal punto di vista hardware, ma che non sembra soffrire di questo problema, anzi. Come vedrete, in lista ci sono diversi titoli usciti sulla console di casa Nintendo.
Prima di addentrarci nella classifica, tuttavia, è obbligatorio parlare dell’anno nel suo complesso: il 2022 è, di fatto, l’ennesimo anno zero per la tanto attesa next-gen in ambito console. Se i primi due anni di PlayStation 5 e Xbox Serie X infatti sono stati all’insegna del cross-gen e di titoli che, pur con qualche eccezione e qualche elemento, non hanno avuto nulla o quasi della tanto attesa next-gen, finalmente il vento sembra aver preso una nuova direzione, con l’arrivo imminente, o anche solo l’annuncio, di titoli che, oltre ad abbandonare finalmente il cross platform e la conseguente necessità di differenziare una versione dall’altra solo in base alla qualità grafica, potranno provare ad introdurre anche novità dal punto di vista del gameplay, delle soluzioni tecniche e dello sfruttamento di una tecnologia che non può aspettare. Se il 2023 sarà davvero il primo anno di vera next-gen non è dato saperlo, ma i segnali sembrano positivi.
I titoli di cui parlare sarebbero ben più di 20, perché questo 2022 ha visto davvero tanti nuovi giochi degni di nota e, tra graditi ritorni, nuove IP e titoli annunciati, possiamo considerarlo un anno decisamente positivo per tutto il settore, almeno dal punto di vista delle uscite, delle novità e delle conferme, anche se non tutto è andato per il verso giusto: emblematico il caso di Diablo Immortal, un gioco che, nonostante la delusione all’epoca dell’annuncio, sembrava promettere di poter dare nuova vita al franchise storico di casa Blizzard, in attesa del quarto capitolo, ma così non è stato. Diablo Immortal si è rivelato essere una macchina mangiasoldi, un estremo del pay to win, al limite del pay to play, con un modello di business sgradevolmente aggressivo, che sembra dimostrare come in Blizzard non abbiano imparato la lezione data da Fortnite.
Sempre nell’ambito del game as a service, è ormai notte fonda per Marvel’s Avengers, ambizioso titolo di Crystal Dynamics ormai sprofondato nel dimenticatoio, mentre non accenna a placarsi la fama di Genshin Impact, fresco di traduzione in italiano. Il titolo di Hoyoverse, sebbene le ombre del sistema gacha siano sempre ben presenti, rimane un fenomeno commerciale incredibile che non conosce battute d’arresto e che ha generato la classica corsa all’imitazione, dando vita a cloni più o meno riusciti come Tower of Fantasy e l’imminente Blue Protcol (anche se quest’ultimo pare più simile ad un classico MMORPG che ad un single player come Genshin).
Ultimo, ma non per importanza, il 2022 ha visto finalmente l’avvento di Overwatch 2 che, sebbene abbia visto un lancio tutto sommato tiepido e sia sostanzialmente un clone del precedente gioco di Blizzard, sembra promettere bene. Solo il futuro ci dirà se questo nuovo titolo di casa Blizzard riuscirà a ritagliarsi un suo spazio nel mercato o se sarà l’ennesimo fallimento di un publisher che negli ultimi anni sembra decisamente in declino, e non solo dal punto di vista qualitativo delle sue produzioni.
Il 2022 dei videogiochi non è stato solamente un anno positivo e ricco di titoli di livello, ma ha visto anche consolidarsi l’ormai triste abitudine alla cultura dell’hype, con tutte le sue conseguenze: titoli annunciati in pompa magna e poi scomparsi dai riflettori, posticipi di titoli attesi, la macchina dell’hype che ha portato a valutazioni esagerate, e una sempre maggior attenzione alla componente marketing del prodotto videogioco, più che al prodotto stesso. Ormai è prassi vedere annunci che promettono faville, recensioni roboanti e, contestualmente, un’asticella che si alza sempre di più nel binomio tra capolavoro e prodotto di scarsa qualità, con il risultato che, sempre di più, anche il mondo dei videogiochi, come quello del cinema e dei prodotti d’intrattenimento, tende a spaccarsi in due e non dare più valutazioni nella media, come se i viceogiochi fossero ormai solo prodotti da 9 o da 3. E, per evitare un passo falso sulla via del successo (qualcuno ha detto Cyberpunk 2077?) le software house e i publisher stanno, sempre più spesso, ricorrendo alla tattica del rinvio e del posticipo dell’uscita, anche nel caso di prodotti già pronti per l’uscita. Una tendenza che, se da un lato ci consente di avere prodotti più rifiniti, dall’altro dimostra quanto l’opinione del pubblico influenzi, non sempre in maniera positiva, i publisher. L’altro lato della medaglia è invece il caso Pokémon: un franchise talmente amato e seguito da potersi permettere di immettere sul mercato videogiochi palesemente non rifiniti, pieni di bug e problemi tecnici di varia natura, come il recente Scarlatto e Violetto, che prende quanto di buono fatto dal precedente Leggende Pokémon Arceus (altro titolo non esente da difetti tecnici, anzi), lo abbandona in parte e consegna un prodotto pigro, che però vende e raggiunge numeri incredibili per il solo fatto di portare un nome altisonante.
Ci sarebbero moltissimi discorsi da affrontare in questo senso, ma ora è giunto il momento di scoprire quali sono i 20 videogiochi del 2022 secondo RedCapes!