Doomsday Clock #8 – È un uccello? È un aereo? No! È… | Recensione

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Doomsday Clock #8

[ALLERTA SPOILER: spoiler riguardanti i primi otto numeri di Doomsday Clock saranno presenti in questo articolo, inoltre, sono presenti spoiler riguardanti Watchmen, un fumetto di circa trent’anni fa che, comunque, dovreste aver letto…]


Ad ormai otto albi di distanza dal suo esordio, “Doomsday Clock” ha di certo fugato ogni dubbio sull’idea alla base di quella che si sta rivelando essere una delle serie più sorprendenti degli ultimi anni.

Doomsday Clock

L’idea di creare un seguito di “Watchmen“, l’opera cult di Alan Moore e Dave Gibbons, di certo avrà fatto storcere il naso a molti lettori. Forse Doomsday Clock non avrà ancora convinto i fan più puristi ed accaniti, ma di certo li avrà incuriositi al punto da far sospendere loro il giudizio fino al cruciale capitolo finale della serie rivelazione di Geoff Johns e Gary Frank.

In generale, Doomsday Clock si sta sviluppando nel degno seguito di Watchmen che molti lettori (non) si aspettavano di vedere. Oltre a riprodurre fedelmente l’estetica e lo stile narrativo del team creativo originale, questa serie sta lentamente ed inesorabilmente adempiendo all’arduo compito di spiegare come e perché l’universo narrativo di Moore e Gibbons è ora legato a doppio filo con il DCU.

Questo albo, insieme al precedente, comincia a far chiarezza sull’effettiva importanza di quelli che, fin dall’inizio, sono stati additati come i due fuochi intorno ai quali Doomsday Clock si sviluppa. Di fatto, pur essendo stata sempre presentata come una serie basata sul confronto tra Superman e il Dottor Manhattan, finora entrambi i personaggi sono stati sorprendentemente poco presenti.
Mentre il settimo albo della serie segnava il tanto sospirato ritorno dell’onnipotente ceruleo dottore di casa DC, il capitolo corrente è incentrato sull’Uomo d’Acciaio.

I precedenti numeri di Doomsday Clock ci hanno mostrato un mondo sull’orlo del caos. Conseguentemente, Superman è sottoposto all’enorme pressione datagli dal suo tentativo di mantenere la pace globale.
Con le maggiori potenze militari dirette verso una sempre più probabile guerra fomentata dalla stessa “Teoria dei Supermen” che tanto preoccupava i villain nel sesto albo, Superman potrebbe essere l’unico eroe in calzamaglia di cui tutti si fidano ancora. Ma per quanto ancora potrà durare questa situazione?

Doomsday ClockGeoff Johns e Gary Frank, negli anni, hanno messo alla prova più e più volte le loro capacità lavorando su Superman e i personaggi ad esso collegati. Questo albo è indubbiamente frutto di tutta l’esperienza accumulata dai due artisti. L’estetica e la psicologia di Clark, Lois, Jimmy e di tutti gli altri personaggi presenti, hanno chiari riferimenti legali sia ai classici fumetti della Silver Age che ai lungometraggi con protagonista Christopher Reeve.
Superman è rappresentato come un faro di speranza, unica fonte luce in un mondo che, pagina dopo pagina, diviene sempre più oscuro. Nel contempo, Johns trova dei modi per testare la determinazione dell’Uomo d’Acciaio e la sua capacità di unire l’umanità.
Con quest’ultimo albo, Doomsday Clock ha corretto radicalmente la rotta, mettendo in luce il fato che lo stesso Superman potrebbe rappresentare la personificazione del destino del Dottor Manhattan.

Questo ottavo albo ha inoltre consentito a Johns e Frank di includere, in modo non sbrigativo, qualche nuovo volto al cast della serie.
Johns ha dato più volte prova della qualità della sua personale versione di Black Adam. Ciò ha sicuramente contribuito a rendere il confronto, tra l’Uomo d’Acciaio e il sovrano del Kahndaq, ricco di introspezione e spunti di riflessione, in particolare sul vero significato del termine “eroe”.
Johns fornisce anche una forte caratterizzazione, disperata e conflittuale, per Firestorm. Un lavoro tanto eccelso da poter essere migliorato solo da un comparto visivo pulito e raffinato come quello di Frank. Il comparto grafico accompagna narrazione ed emozioni con naturalezza, come se disegno e storia provenissero da un’unica mano.
Come sempre, Frank fa un grande uso dell’iconica griglia a nove riquadri, dando un tocco cinematografico ad ogni pagina. Unica pecca del comparto grafico di questo albo è forse l’inchiostrazione, che in alcune pagine risulta più pesante del solito.

I problemi con questo albo risiedono principalmente nel modo in cui esso si lega (o non si lega) ai capitoli precedenti. Tolta una sotto-trama di base, incentrata sul mantenimento dell’ordine in un universo DC in pieno caos, la storia di Superman sembra in gran parte separata da tutto ciò che abbiamo visto svilupparsi tramite personaggi come Batman, Rorschach e Joker nei capitoli precedenti.

Doomsday ClockCiò solleva un domanda: quanto del set-up della prima metà della serie era effettivamente necessario per introdurre il confronto Superman/Manhattan?
La speranza (ben fondata, conoscendo il team creativo) è che saremo in grado di guardare la serie nel suo insieme e capire il perché di questo approccio, giustificandolo. Tuttavia, per ora il senso di disconnessione dai numeri precedenti è sconvolgente. Per non parlare del dubbio crescente legato alla lunghezza complessiva di Doomsday Clock. Che questa serie meritasse qualche albo in più?

Un altro elemento di dubbio gusto riguarda l’aggiunta di una particolare figura politica odierna (già apparsa negli albi precedenti) all’interno della narrazione.
Watchmen, facendo riferimento a fatti socio-politici reali atti a creare un panorama ucronico da utilizzare come sfondo per la trama principale, includeva personaggi come Richard Nixon e Henry Kissinger. Tuttavia, essi non hanno mai avuto un posizionamento così importante nel comparto narrativo.
Inoltre, l’universo di Watchmen è più vicino alla realtà rispetto al DCU. Tutta questa sequenza si rivela inutilmente distraente e non sembra mai davvero servire ai fini della trama principale.

Doomsday Clock # 8 è una lettura avvincente che finalmente dà a Superman un tanto atteso ruolo centrale. Inoltre l’azzurrone di casa DC è solo uno dei tanti personaggi che brillano di luce propria, in questo nuovo capitolo. Sfortunatamente, non tutto è roseo come nella prima metà della serie, specie considerando che Doomsday Clock volge ormai verso il suo grande culmine. La storia di Superman sembra troppo disconnessa dal resto del cast principale della serie e il ritmo generale della storia ha frenato bruscamente, proprio nel momento in cui dovrebbe premere sull’acceleratore. 


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