Le 25 Migliori Serie TV del 2018 | Speciale

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— Menzione d’onore —

Who is America?

Disponibile su Sky e Now TV

Non potevamo assolutamente esimerci dal citare una delle serie più discusse (soprattutto oltre oceano) di questo 2018, Who Is America?. La serie, ideata e interpretata da Sacha Baron Cohen, esplora i diversi individui, dal famigerato allo sconosciuto attraverso lo spettro politico e culturale, che popolano gli Stati Uniti e punta a fare satira politica sfruttando sapientemente un impianto documentaristico. Cohen nella serie interpreta diversi personaggi, come Billy Wayne Ruddick Jr., un teorico della cospirazione di estrema destra, Dr. Nira Cain-N’Degeocello, un attivista liberale che intervista i sostenitori delle politiche di Donald Trump o Rick Sherman, un ex detenuto che, dopo circa 21 anni di prigione, è cerca di una seconda possibilità per reintegrarsi nella società. Tra tutti però spunta Erran Morad, un esperto anti-terrorista israeliano il cui obiettivo è cercare di istruire gli americani all’uso sconsiderato delle armi e delle tecniche militari più insulse. La serie “estorce” interviste alquanto esplicite a cittadini Statunitensi e, sopratutto, a esponenti politici di spicco Americani. Proprio per questo aspetto la serie è stata al centro di diverse polemiche in quanto Cohen è stato accusato di aver “ingannato” gli intervistati non palesando subito lo scopo delle riprese. Ma non solo, la serie ha portato anche alle dimissioni di alcuni membri della camera, una su tutte quelle di Jason Spencer, rappresentante dello stato della Georgia, che si è dimesso inseguito alle azioni che lo hanno visto protagonista nel secondo episodio della serie. Spencer infatti è apparso sugli schermi di tutta America, e non solo, urlando gli epiteti razzisti come “negro” e “negro della sabbia”, parlando con uno stereotipato accento asiatico, e scoprendo le natiche in un presunto tentativo di scongiurare potenziali terroristi. La comicità di Cohen è estremamente pungente ma al contempo shockante, Cohen fornisce ai suoi “ospiti” un mezzo ed uno spunto da cui partire, ma poi la palla passa a loro che, in molti casi, si rovinano con le proprie mani in diretta TV, presentando un quadro socio-politico alquanto deprimente. Questa serie dimostra che Sacha Baron Cohen ha ancora qualcosa da dire, i personaggi presentati non sono a livello di Borat o Ali G, ma risultano estremamente utili per gli obbiettivi che il comico Statunitense aveva prefissato per la serie.

— Serie TV dell’Anno della Redazione —

Sharp Objects

Disponibile su Sky e Now TV

Senz’ombra di dubbio questa è la nostra Serie dell’Anno. Prodotta la HBO, creata da Marti Noxon e diretta da Jean-Marc Vallée, Sharp Objects è una miniserie tratta dal romanzo Sulla pelle scritto da Gillian Flynn (Amore Bugiardo). La protagonista, Camille Preaker, è una giornalista di cronaca nera che vive una vita sregolata ricca di eccessi e abuso di alcol. A seguito della scomparsa di due ragazzine nella sua città natale, Wind Gap, il suo capo decide di mandarla come reporter sul campo. Camille è quindi costretta a tornare a vivere in casa di sua madre Adora e a conoscere la sua sorellastra più piccola Amma. Si troverà suo malgrado a dover vivere ancora una volta le dinamiche della piccola cittadina del Missouri (omofobia, razzismo, la rivalità tra le donne e il machismo degli uomini), i difficili rapporti con la famiglia e a ripercorrere i traumi del passato. Inutile dire che il ritorno alla città nella quale è cresciuta scatenerà in lei una serie di ricordi e sensazioni che si legheranno alla tragica vicenda che sta seguendo per il giornale. Il rapporto madri-figlie, l’alcolismo, il sesso, lo scorrere inesorabile del tempo, la famiglia, le relazioni di coppia, e tanti altri temi delicati sono affrontati e analizzati nel corso delle otto puntate attraverso la terribile lente della sindrome di Münchhausen di cui soffre la protagonista. La miniserie è confezionata alla perfezione, dall’approfondimento psicologico alla costruzione estetica, passando per una colonna sonora da brividi, che ci immerge perfettamente nel cuore delle vicende trattate. Sharp Objects è una novella nera, spietata e senza scampo, in cui anche la più remota speranza di salvezza sembra lontana e alquanto ambigua. Il tutto viene impreziosito da una regia brillante ed un cast davvero impressionante. una straordinaria Amy Adams, una rara crudezza psicologica più che visiva e una costruzione del mistero sapientemente architettata in fase di sceneggiatura sono gli elementi principali che rendono Sharp Objects un vero e proprio gioiello della televisione.

— Serie TV dell’Anno degli Utenti —

Daredevil

Disponibile su Netflix

Attesa per tanto tempo anche questa terza stagione di Daredevil è arrivata e non solo ha superato la seconda stagione, che se non per un eccezionale Jon Bernthal presentava dei problemi oggettivi, ma ha superato anche la prima stagione. Erik Oleson, nuovo showrunner prende spunto da “Devil Rinascita” prendendo tutti gli elementi che potevano funzionare su schermo con quello che avevano costruito su Netflix e rimettendo nel mix un Wilson Fisk, interpretato magistralmente da Vincent D’Onofrio, riporta buona parte del fascino della prima inimitabile stagione del diavolo di hell’s kitchen sopratutto quando viene messo di fianco a Charlie Cox, sempre più credibile nel ruolo di Matt Murdock ma anche in quello di Daredevil. Regia e fotografia regalano sempre soddisfazioni, infatti, la necessità di dover mostrare solo il lato urbano e non dover entrare in un sentiero sopranaturale pieno di ninja ha permesso ai registi di mettere in scena delle grande sequenze d’azione, come l’ormai classica hallway fight scene che quest’anno risulta ancora più audace perché coinvolge sempre più personaggi e gioca con le ombre per dare l’idea che i nemici stiano affrontando un diavolo e non un semplice uomo. Molti saranno i momenti di grande tensione similmente a quello costruito in quello scontro e incastrano lo spettatore a guardare uomini che se le danno a mani nude ad un certo punto. Non siamo di fronte ad una stagione perfetta, ha dei difetti, alcuni dialoghi sembrano artificiosi e certe scelte e anche manovre di Fisk ma anche dei buoni risultano a pensarci dopo confuse, ma che fanno progredire la storia e tengono lo spettatore incollato alla televisione; queste piccole scelte e lo scontro finale, abbastanza caotico fanno si che questa non sia una stagione perfetta ma decisamente superiore alla seconda stagione e agli altri prodotti Marvel/Netflix e ci fa dispiacere ancora di più della cancellazione della serie, sperando che le idee vengano riprese in futuro, con magari sempre Oleson alla scrittura.

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